lunedì 28 marzo 2011

La maiolica..ma che cos’è??



Mio padre tornisce un vaso
Detto in pochissimissime parole, la maiolica si ottiene con questo procedimento:
-viene impastata la terra e tornita/lavorata con la forma che si preferisce e lasciata asciugare all’aria

-Viene effettuata la 1° cottura a 1000° circa (la terra diventa BISCOTTO)
-l’oggetto (che è poroso) viene rivestito per immersione, da uno strato di smalto piombico e stannifero

-l’oggetto viene dipinto. Lo smalto è poroso, quindi molto assorbente! Non puoi sbagliare perché non puoi andare a correggere la pittura..rovineresti la base di smalto!
-viene effettuata la 2° cottura che a seconda dei casi, và da 920°
a 940° circa. Si ottiene così il prodotto finito, vitreo, dai colori brillanti e luminosi. ..(la percentuale di oggetti da scartare in 2° cottura, che presentano cioè rotture o difetti, sono il 12/15%). L’oggetto può essere ora utilizzato per i svariati usi.
-l’oggetto può essere dipinto ancora con impasti metallici
-a questo punto viene effettuata la 3° cottura con un forno a legna detta “muffola” in riduzione a 700° circa (la percentuale di oggetti da scartare con questa 3° cottura, che presentano cioè rotture o difetti, vanno dal al 45 al 100%)

Si ha così una maiolica a lustro metallico o riverbero
Perché MAIOLICA?

Il termine deriva da MAIORCA! Lì, nel secolo XV si faceva su una base smaltata, una decorazione spesso geometrica o floreale, con il verde ramina (ossido di rame) la si cuoceva (in 2° cottura) e quando il forno era a 700° circa, si procedeva con l’ossidoriduzione.
Così, la maiolica ispano moresca, otteneva il colore rosso rame.
Quindi, nel secolo XVI, si poteva “degnare” del nome maiolica, solo l’oggetto che presentava il colore ramato.
Il resto era considerata stoviglieria.
Mastro Giorgio da Gubbio, studiò il modo di ottenerlo in 3° cottura. Perché?
Perché in 2° cottura, si può effettuare l’ossidoriduzione solo con il verde ramina.
In 3° cottura, si può effettuare l’ossido-riduzione anche con altri colori, così da poter ottenere per esempio, l’oro e l’argento, che altrimenti brucerebbero a temperature più elevate come a 900°!

Cipriano Piccolpasso (Casteldurante, 1524Casteldurante, 21 novembre 1579) è stato un architetto, storico, ceramista, e pittore di maioliche italiano, ricordato soprattutto come trattatista.
Parlando della ceramica a “riverbero” di Gubbio dice: “Che spesse volte di 100 pezzi ve ne sono 6 buoni tanto che l’arte è bella ed ingegnosa e i pazzi pajono di oro”
Avete idea di quanto spreco di questi oggetti c’è?
La ceramica a “riverbero” firmata Mastro Giorgio da Gubbio, è tra le più quotate in assoluto.



Un’altra differenza nelle quotazioni, la fa logicamente, il pittore.

Spesso erroneamente, anche sui dizionari, viene considerata maiolica tutta la ceramica di terracotta smaltata o un oggetto di tale materiale, ma in realtà quando si parla di ceramica, si può intendere il gres, la porcellana, la terraglia, la maiolica o la terracotta.
La differenza sta nei componenti dell’impasto della terra, e le varie fasi di lavorazione (es. se dipinta a crudo come la maiolica o a cotto come la porcellana, dal tipo di smalto usato. Etc..)

domenica 27 marzo 2011

Le Ceramiche Tradizionali di Katia Baldelli


 

La ceramica artistica tradizionale è un prezioso patrimonio storico, culturale ed economico per
molti Comuni italiani.
La sua applicazione mira:
  • al miglioramento della qualità del prodotto;
  • allo sviluppo innovativo del prodotto, essenziale per assicurare la continuità della tradizione;
  • alla garanzia dell'acquirente.
Il marchio che tutela la Ceramica Artistica e Tradizionale garantisce l'origine e l'autenticità del
manufatto artigianale creato secondo modelli, forme e decori tipici di ciascuna zona.
Il Marchio indica la città, l'azienda ceramica e la tipologia.Un segno di garanzia e tutela che troverete solo nelle ceramiche create dagli artigiani che operano
nei comuni di antica tradizione ceramica seguendo precisi disciplinari di produzione - stabiliti dal
Consiglio Nazionale Ceramico - che fissano modelli, forme e decori tipici di ciascuna delle 33 città
italiane che rappresentano il "d.o.c.g." della Ceramica Artistica e Tradizionale.

Ogni prodotto contrassegnato dal marchio viene integrato dall'indicazione della Città, dal numero di
iscrizione della ditta e dalla tipologia merceologica.